lunedì 25 novembre 2024
GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLA DONNA
Quelle che non lo lasciano pernon farlo soffrire
Quelle che credono che insiemeè sempre meglio che da soli
Quelle che sperano che luicambi
Quelle che sanno che al postodel piatto rotto potrebbero esserci loro
rotte
Quelle che sanno che non riceveranno mai un sorriso
Quelle che pensano che sonofortunate perché lui non le picchia
Quelle che pensano che sonoamate perché lui le picchia
Quelle che credono che lui ènervoso con lei perché lavora tanto
Quelle che si chiedono cosahanno fatto di male per meritarsi tutto questo
Quelle che vivono la loro vitain silenzio per non farlo arrabbiare
Quelle che vivono con il frenoa mano
Quelle che non riescono più acucinare
Quelle che sono stanche diessere azzittite
Quelle che si chiedono ognidue giorni perché resistono.
Quelle che vivono accanto adun uomo che sa dire solo no
Quelle che credono cheresistono per i figli
Quelle che vivono con uno chedice sempre io.
A tutte coloro che vivono nella paura
A tutte -io dico -ripetete come un mantra
Caspita io esisto
Riprendetevi la vita rubata, offesa,calpestata
Telefonate al 1522
Pubblicato daRoberta Isastiaalle17:13Nessun commento:
Etichette:DONNA UGUAGLIANZA
sabato 23 novembre 2024
IL MUSEO EGIZIO DI TORINO COMPIE DUECENTO ANNI
ogni 20 minuti una piccolissima parte della collezione esempio di geroglifico le nuove sale
in onore di Drovetti |
La statua di Seti II proviene da Karnak, alta più di 5 metri. Nel nuovo allestimento si può osservare in tutta la sua magnificenza |
sala dei Re |
A Torino in questo periodo si festeggia molto e devo dire chela cosa mi piace veramente tanto. Forse il mio è un tentativo di non pensare atutti i guai nei quali ci siamo cacciati come specie, l’homo sapiens sapiens, osemplicemente è un modo sano per vivere giorno per giorno quello che c’è, apprezzandola cultura, lo sport, la vita.
Dopo le serate trascorse a seguire le traiettorie dellemicidiali palle da tennis lanciate a duecento km l’ora da Jannik Sinner,comodamente seduta sul divano, perché il costo dei biglietti era proibitivo perme, esultando come tutti gli italiani per le sue vittorie, la città ha terminatoi festeggiamenti per le APT Finals e ha iniziato a festeggiare i due secoli divita del Museo Egizio.
Sono nata e ho vissuto l’infanzia e l’adolescenza nella cittàpiù bella del mondo: chi mi legge, lo sa, chi non mi conosce dirò solo che è lacittà eterna, e questa parola dice proprio tutto, non devo aggiungere nulla.
Un privilegio imparare a camminare guardando i pini maestosidi Villa Borghese o di Villa Ada, muovermi in bicicletta in una Roma della finedegli anni ’60, con poche macchine, studiare storia nella città che è un Museoa cielo aperto, innamorarmi dentro un palcoscenico. Ecco, la consapevolezzadella fortuna che avevo avuto è arrivata poco prima del mio trasferimento aTorino.
Sarà forse per questo che io vivo lo spazio cittadino equello che in questo spazio accade con estrema consapevolezza e partecipazione.
Mi lamento a volte che ci siano troppi eventicontemporaneamente, impedendomi, di fatto, di viverli o creandomi una sorta diblocco, che mi porta ad allontanarmi dalla bulimia che nasce dal consumo deglieventi stessi.
Mi spiego meglio sul termine bulimia. Se vedo un film e inquesti giorni a Torino per esempio c’è il Torino Film festival, se il film èstorico, torno a casa e desidero approfondire, cercare, leggere per comprenderemeglio i fatti narrati nel film, dal punto di vista del regista.
Se ascolto una presentazione di un libro, quasi sicuramente locomprerò . Non è sicuro che lo leggerò. Questo accade perché i libri che stoleggendo e ho in programma di leggere sono tanti rispetto al tempo che glidedico. Quindi, se concentro troppi eventi, non posso poi approfondire e quindinon ho fatto altro che fare indigestione,quasi fossi bulimica, di cultura, che però non diventerà una piccola parte dime, non avendo avuto il tempo di digerirla.
Torno però al luogo in cui vivo: mi piace molto partecipare,ascoltare la città, la sua direzione, il suo umore, le menti che la progettanoper cambiarla. In una città delle dimensioni di Torino forse è possibile ascoltarela città e dopo aver perso la possibilità di vivere Roma nel migliore dei modipossibile, allora provo qui, nella città abbracciata dalle Alpi e che in questigiorni è vestita dai colori più belli.
Una di queste menti che progettano per Torino è sicuramentequella del Direttore del Museo Egizio: Christian Greco.
Che piacere vederlo circondato dai fan: non solo gli sportivio gli attori, anche i direttori dei Musei regalano autografi. Bello vederlosorridere camminando per le sale, invase dai cittadini: sicuro di sé,soddisfatto, com’è giusto che sia, semplice, della semplicità di chi fa beneciò che deve. Autore della grande festa a cui ho assistito.
Dopo la visita di Mercoledì 20. 11 u.s. del PresidenteMattarella al Museo Egizio di Torino per la festa dei duecento anni del Museo, dopola visita del Direttore del Museo del Cairo e di alti funzionari egiziani, ecco che giovedì mattina mipresento io!
Non potevo mancare, assolutamente. Non c’erano i corazzieri,neanche guardie, nessuno a ricevermi, ad esclusione dei controllori deibiglietti.
L’accoglienza però devo dire che è stata magnifica: una voltacontrollati i biglietti on line, gratuiti, ho camminato per sale e piani senza nessunulteriore controllo. Si tratta di due chilometri e mezzo dentro uno splendidopalazzo del Seicento che ospita l’Accademia delle Scienze. Ogni venti minutiuna o un egittologo si prodigavano a spiegare a tutti i presenti le meravigliedella scrittura egizia o della lavorazione della terracotta o dellacomposizione dei colori e via così per stanze e piani.
Per i duecento anni dalla Fondazione del Museo, ci sono statidei notevoli cambiamenti.
Il nuovo allestimento mi piace tantissimo. E’ vivo.Sintetizzo per farti sorridere: in un museo dove si trovano le mummie, che ioscriva che è vivo penso possa incuriosire. Sono state inaugurate delle salenuove, altre sono state modificate. Nuovi reperti sono stati portati alla lucedai magazzini. Nel Museo ci sono circa 40.000 pezzi, tra papiri, statue, vasi,oggetti di uso comune, sarcofaghi, mummie, tombe, gioielli, villaggi e altroancora.
Per chi non lo sapesse tutto questo inizia grazie alla ricca collezionedi Bernardino Drovetti, venduta al Re Carlo Felice per 400 mila lire, una ciframolto cospicua nel 1824.
Alla collezione Drovetti seguirà quella dovuta agli scavidella prima missione archeologica italiana guidata da Schiapparelli, direttoredel Museo fino al 1928.
Ascoltando l’egittologa nella galleria della Scrittura, hoimmaginato il divertimento di chi decifra i geroglifici. L’egiziano potevascrivere da destra a sinistra ma anche da sinistra a destra, in linea e incolonna, poteva iniziare anche da metà rigo. Caos puro. Mi sono immaginata alleprese con un papiro. Panico. Unica regola dello scriba era di iniziaredall’alto. Insomma un rebus. I geroglifici uniscono segni ideografici a segnifonetici. Non esistono le vocali. Ho imparato a riconoscere qualche ideogramma.Poche informazioni, ma già di per séestremamente interessanti al punto da farmi osservare la scrittura in un modototalmente diverso.
Ho anche visitato le tre sale adibite alla Materia, ovvero aimateriali usati dagli Egizi: il legno, anche se in Egitto non ci sono alberi, ipigmenti colorati, la terracotta e la pietra.
Le esposizioni sono corredate da brevi video cheapprofondiscono e incuriosiscono, sono chiare e permettono una libera fruizionedel materiale, per conoscere meglio la civiltà custodita.
Lo ripeto, si tratta di un allestimento che restituisce laciviltà egizia nella sua interezza.
Lo sapevi lettore e lettrice che il primo sciopero dellastoria è documentato da un papiro e si svolse nel Villaggio di Deir El Medina?
Se vuoi sapere com’erano pagati gli operai e gli artigianidel villaggio o come veniva dipinto un sarcofago o ancora quale legno si usavae per cosa o quali erano le formule contenute nel libro dei Morti per salvarsil’anima, ti consiglio una visita, anzi più di una, perché la storia contenuta ècosì ricca che in una sola visita non è possibile coglierla.
Infine una piccola considerazione: le eterne domande dell'uomo, da dove vengo, chi sono, dove andrò, inquietavano gli Egizi quanto noi.
Buon percorso. Visita anche il sito del Museo: puoieffettuare una visita virtuale. La galleria dei Re è stata totalmentemodificata rispetto al video che ancora è visibile sul sito on line e che riguarda l’allestimentodi Dante Ferretti del 2005.
Pubblicato daRoberta Isastiaalle19:27Nessun commento:
Etichette:EVENTI
mercoledì 23 ottobre 2024
LA BAMBINA SEGRETA
Ti parlerò di un filmstraziante, ma necessario, persino benefico se serve a svegliarci da questotorpore che ha avvolto il nostro cuore e le nostre menti.
Parlerò a te, giovane donna occidentaleemancipata e libera, a te, giovane uomo che stai cercando di trovare un nuovoposto nel mondo accanto alla tua compagna, in questa rivoluzione di ruoli cheti ha coinvolto dopo millenni di strapotere sulle donne.
Uomini e donne statecercando un nuovo equilibrio, tra errori e paure: alcuni non ce la fanno e siseparano. La sfida è affascinante, si tratta di vivere entrambi nella libertà.La libertà è difficile, ma fondamentale per vivere pienamente la propria vita evale la pena provarci a vivere in due nella libertà.
Parlo a te coetanea: quantemarce, quante fatiche, quanto lavoro in casa e fuori casa, quanta soddisfazionenel vivere a testa alta la propria vita.
Parlo a te coetaneo: quantostupore per le nostre richieste, quanta difficoltà a fare i padri. Nessuno telo ha insegnato. Conoscevi solo il lavoro e la partita di calcio. Il diritto aldivano, tornando a casa e le pantofole pronte e il cibo in tavola. I calzininel cassetto. I bimbi a letto.
Allora abbi pazienza,lettore e segui questo piccolo excursus prima di arrivare alla recensione del film.
Gli Stati o, meglio, coloroche amministrano per scelta (in quanto si candidano volontariamente) la Res Pubblicasu delega dei cittadini, dovrebbero contribuire alla felicità del genere umano.Così recita la Dichiarazione di indipendenza americana del 4 luglio 1776.
Noi riteniamo che sono per sestesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; cheessi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questidiritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che pergarantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano iloro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasiforma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla oabolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e diorganizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurarela sua Sicurezza e la sua Felicità.
A seguire la Rivoluzionefrancese, che distrusse nel sangue lo strapotere assoluto dei Re.
Lentamente, traRestaurazioni e moti, insurrezioni e guerre di indipendenza, si sono formati imoderni Stati nazionali europei, dove il principio della separazione dei poteriè stato il cardine sul quale basare la fine della prepotenza del potere.
Ma esistono sempre gliuomini che amano il potere e ben presto siamo caduti nell’orrore deitotalitarismi.
La ricerca di una societàgiusta, formata da uomini liberi e solidali, si evince dalla nostra stessaCostituzione entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Non avremmo il ServizioSanitario Nazionale, oggi seriamente a rischio, non avremmo la Scuola pubblica pertutti e gratuita, oggi a rischio. Non avremmo avuto la riforma del diritto difamiglia, la legge sul divorzio e sull’aborto, lo Statuto dei lavoratori. Tuttifigli della nostra Costituzione. Tutti a rischio. Non avremmo libertà di culto.Senza avremmo ancora i roghi delle streghe, le donne morte per aborticlandestini, donne prigioniere dei mariti o dei padri, pochi colti e moltianalfabeti, avremmo ancora un’aspettativa di vita bassa, un’alta mortalitàinfantile.
Tutte le Riforme a cuialludo, tutte le leggi sono figlie dello spirito dei nostri Padri Fondatori econseguenza degli orrori perpetrati dai totalitarismi. Tutti. Neri e rossi. Main Italia quegli orrori sono stati neri.
La ricerca di una societàgiusta si evince dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani del 1948.Universale: per tutti!
Entrambi questi documentisono stati scritti dopo l’orrore delle due guerre mondiali (ci sarà un perché,per chi non conosce a fondo la storia, consiglio un ripasso).
Mentre scrivo ho benpresente quanto ci sia ancora da fare per rendere giusta la nostra societàoccidentale, specialmente in questo momento storico, ma ora è altrove da quiche voglio portare il tuo sguardo e il tuo cuore.
La vita è di per sémeravigliosa e terribile. Lo scoprono ben presto anche i bambini: la malattia ela morte entrano nel loro mondo infantile già dalla tenera età, attraverso lefiabe, i film (Bambi, Nemo.), le vicende reali quali la morte di parentianziani, i racconti degli adulti distratti, un telegiornale incautamente accesomentre mangiano a tavola, i telefoni mobili lasciati nelle mani di bimbiinnocenti. (siamo sempre in Occidente, quello ancora libero dalle guerre edalle dittature)
Quindi, almeno noi, uomini edonne, consapevoli della complessità della nostra storia personale ecollettiva, dovremmo adoperarci per rendere la vita migliore possibile grazieall’empatia, alla condivisione del nostro stare al mondo, alle conquistescientifiche e tecniche.
Quando però sciaguratamentevengono eletti individui rancorosi, biliosi, aggressivi e con il gusto del potere,incapaci di ascoltare e incapaci di immedesimarsi, imbibiti di falsi principi,che usano la religione come fosse un machete, allora non invidio i cittadiniche incautamente li hanno votati e men che meno i cittadini che non li hannovotati. Sono condannati all’infelicità di stato: sarà uno Stato che legifereràciò che è bene e ciò che è male in base solo al desiderio di sottomissioneassoluta attraverso la paura e il terrore.
Quello stato sarà unadittatura, dalla quale per uscirne servirà versare sangue umano.
Questa lunga premessa eranecessaria, caro lettore ritrovato e cara lettrice ritrovata, perché questo èil messaggio sotteso alla storia di una giovanissima madre iraniana nel film Labambina segreta del regista Ali Asgari. Il film ha vinto il primo premioMedfilm Festival e grazie al premio viene distribuito nelle salecinematografiche, non iraniane.
Un film straziante.
Il dolore di una mamma.
Il dolore di una giovanedonna.
La fatica di vivere in unoStato teocratico nel quale la donna è schiava assoluta di leggi inumane.
Di norma una giovane mammasi lamenta di non dormire per i pianti del neonato, per la quantità di pappatea tutte le ore, per la consapevolezza della grande responsabilità che ha diaccudire una creatura fragile e indifesa.
In questo film, che dasubito ti invito a vedere, seguiamo questa giovane durante una lunga edestenuante giornata per le strade della città di Teheran, alla ricercadisperata di un amico, di un individuo che possa accudire per una sola notta lafiglia illegittima. Lei, studentessa da un anno in città, ha una figliaillegittima, che nasconde a tutti, persino alla sua famiglia o soprattutto allasua famiglia. Lavora in una tipografia per mantenere la figlia, che ha voluto,contro il parere del giovane che l’ha usata sessualmente, senza alcun senso diresponsabilità verso di lei e della figlia, in una società, quale quellairaniana, che sono certa che saprai bene come tratta le donne.
I genitori di Fereshtehhanno deciso di recarsi dalla figlia in serata per dormire da lei una notte.Dove collocare sua figlia e tutti i suoi giochi e vestitini?
A creare problemi quindi non sonoil pianto della neonata, i suoi bisogni, la fatica di crescerla da sola,lavorando ed essendo minacciata dal titolare di perdere il lavoro e di pagare iprogetti non riusciti, i problemi sono quelli di una società impregnata dicrudeltà, dal padre della bambina, chedel suo atto sessuale riproduttivo non si assume alcuna responsabilità,non riconoscendo la piccola, lasciandola madre senza documenti in balia di una legge retriva e del rischio di perderela figlia, che le venga sottratta, a tutte e a tutti coloro a chi si rivolge per un aiuto. Diffidenza, indifferenza, paura.
Per nasconderla agli occhidelle telecamere e dei controllori, Fereshteh la nasconde dentro un borsone, perpoi piangere disperatamente per timore di averle tolto l’ossigeno.
Una giornata da incubo conla giovane mamma alla ricerca di un aiuto, di qualcuno che sia compassionevolee assista per una notte sua figlia di due mesi. Il titolo originale infatti èUntil tomorrow. Fino a domani.
Ma nessuno è compassionevoletranne una sua amica, Atefeli, che vive nel dormitorio delle universitarie ecerca di aiutare Fereshteh in tutti i modi. Nel dormitorio non si possono certoportare neonati e poi neonati senza documenti.
E così, tra un salto allavoro dove deve consegnare un catalogo, ma non ne ha avuto il tempo e laricerca spasmodica di un aiuto, costretta tra mille bugie e subendo mille ricatti, indifferenza ediffidenza, noi spettatori assistiamo alla vita da incubo di una donnairaniana.
Assistiamo anche alcambiamento della giovane mamma, che da paurosa e timorosa, cresce nellaconsapevolezza del suo diritto a restare a fianco della creatura che ama, dicui è madre, legittimamente madre, anche se la legge non lo contempla e non lo comprendono neanche lepersone, donne e uomini che incontra e che sono stati intimoriti dal regime alpunto da non provare più compassione e solidarietà, ma solo diffidenza.
Da mamma ho sentito tutta lapaura di perdere la figlia.
Da donna tutta l’ingiustiziadi una vita vissuta nella paura, la rabbia verso il padre della bimba che vive nell’agio enell’approvazione generale, ho provato rabbia per l’ipocrisia di chi vuole denunciarla, per poi chiedere sesso, proprio gli stessi chelapidano le donne che hanno rapporti sessuali fuori dal matrimonio.
Straziante ma fondamentale,per ricordarci le lotte delle donne nel mondo, le conquiste e l’attenzione chedobbiamo avere sempre sulle leggi che possono nuocerci anche qui, nel nostroOccidente liberale ma sempre meno liberale, giorno dopo giorno.
Nel 2024 milioni di donnevivono giornate come quelle di Fereshteh.
Pubblicato daRoberta Isastiaalle10:44Nessun commento:
Etichette:Recensione film
martedì 1 ottobre 2024
XX EDIZIONE DI TORINO SPIRITUALITA'
L'imperfezione, l'errore, l'inciampo
Cinque giorniintensi: 15.000 presenze, 82 eventi, 150 ospiti. I dati, che tanto piacciono,sono interessanti. Ma, come dice Giovanni Allevi, abbandoniamo i numeri epensiamo alle persone che hanno partecipato ai laboratori, hanno ascoltato inperfetto silenzio gli innumerevoli spunti di riflessione che giungevano dai 150ospiti dislocati in molti luoghi della città.
La prima immagineche ti regalo, caro lettore e cara lettrice, è quella dei sorrisi che hoincontrato in questi giorni. Ho incrociato volti noti, volti cari, voltisconosciuti e su molti ho trovato un sorriso nei loro occhi.
È così raro oggiincontrare persone sorridenti, abbracciarsi per la gioia di vedersi: latristezza, direi il senso della tragicità della vita umana permea ogni nostrocomportamento e pensiero.
Che gioia quindiascoltare filosofi, teologi, letterari, scienziati, poetesse, musicisti,ricercatori spirituali trattare il tema della nostra imperfezione, dei nostrierrori e comprendere che sono proprio i nostri errori a permetterci dimigliorare.
L’errore: quantevolte diciamo di aver sbagliato tutto, di non poter tornare indietro e che quell’erroreha condizionato tutta la nostra vita? Oppure quante volte abbiamo sbagliatolavorando e ci è stato fatto pesare? Quandoinsegnavo, partivo proprio dagli errori dei miei allievi per aiutarli. I loroerrori erano preziosi, come lo sono tutti o forse quasi tutti. Diciamo che cisono errori che sono letali e allora su quelli vorrei ragionare di più.
Quindi questiincontri sono stati liberatori: l’errore è stato sezionato, analizzato e èstato assunto a presenza della nostra vita, senza sensi di colpa.
Siamo imperfetti edesideriamo la perfezione. Anche quella spirituale.
Rispetto allepratiche meditative, per tanti di noi difficili, proprio perché richiedono distare fermi e in silenzio, in questo mondo in cui il movimento e il rumore sonole cifre, Gabriele Goria, artista, insegnante di arti marziali e maestro divita spirituale, ci invita a considerare che, ogni volta che ci accorgiamo diesserci distratti durante la meditazione, vuol dire che siamo consapevoli.Dobbiamo quindi gioire, perché è la ricerca della consapevolezza ciò a cuitendiamo. Ciò che può apparire come un limite, un inciampo, un motivo per nonmeditare è invece una conquista e diventa un motivo per continuare nellapratica. Non esiste una pratica buona o cattiva, continua il Maestro, ma c’èsolo la pratica che hai fatto e una che non hai fatto.
Non bisogna avereuna idea di come deve andare la pratica: meglio vivere l’imperfezione. La vitameditativa potrebbe essere considerata inutile, come inutile per molti è l’artee la cultura in generale: una perdita di tempo. Eppure, il percorso spiritualeci permette di entrare in contatto con il non visibile: le cose più vere sonoquelle che non vediamo, per esempio le nostre relazioni.
Paolo Scquizzato,che ha dialogato con Gabriele Goria al Teatro Gobetti, ha sottolineato che TorinoSpiritualità dimostra, con le sue numerose presenze, che la spiritualità sta acuore a molti. Aggiungo che, i molti avrebbero potuto essere molti di più. Iostessa, recatami al Circolo dei Lettori per prenotare vari incontri, solo quattrogiorni dopo l’inizio delle vendite dei biglietti, ho dovuto rinunciare a molti diessi a causa del sold out.
Sinceramente erodelusa: Torino Spiritualità è un evento che aspetto tutto l’anno, è uno deimotivi per cui a settembre non voglio partire per andare altrove e non trovarepiù biglietti per alcuni incontri mi ha deluso, anche perché era successo anchel’anno scorso (che aveva già contato tredicimila presenze).
La prima cosa che hopensato: perché non prenotano spazi più ampi? Non bastano le belle sale delCircolo dei Lettori per alcuni incontri, o i teatri che ci hanno ospitato. C’èbisogno del Regio!
L’inaugurazioneavviene solitamente nella Chiesa di San Filippo Neri: l’anno scorso fuspettacolare, con cinquanta tavolini rotondi, con una lampada al centro eintorno dieci persone per tavolo. Indimenticabile per il tema trattato, lamorte e per il modo in cui è stato trattato: con delicatezza e rispetto.Quest’anno, meno scenografico ma ugualmente emozionante, la Chiesa pienissima,quando mai le Chiese sono piene di questi tempi?
Riprendo il pensierodi don Paolo: il bisogno di spiritualità dell’uomo contemporaneo è reale,concreto, tangibile. Non solo Torino spiritualità lo dimostra, ma i corsi diyoga, quelli di meditazione, il bisogno di ritrovarsi nella natura, a piediscalzi o nelle foreste. La Chiesa dovrebbe tenerne conto e forse le Chiesesarebbero meno vuote.
Io, in fondo allaChiesa, con una persona altissima davanti a me, non ho visto il viso di NevaPapachristou, maestra di Dharma e meditazione in dialogo con Luigi MariaEpicoco, sacerdote e teologo.
Ho ascoltato insilenzio, mentre le luci accarezzavano le colonne di marmo rendendole rosse emagiche.
Budda parladell’errore etico come di ciò che non è salutare: l’errore non ci fa starebene. Credo che sia vero quasi sempre, tranne per le personalità malate, chepare non sentano il male. Terribile. Se un individuo non percepisce il doloreche nasce dal male che agisce, come può rimediare al male stesso? Questo però èun mio personale pensiero.
Una frase porto con me come un gioielloprezioso:
lacasa è dove puoi sbagliare, è dove puoi stare nudo, è dove c’è la tua umanità.
So che alcuni di noidevono ancora trovarla quella casa e l’unica casa in cui so di poter rimanerenuda è dentro di me.
A seguirel’immersione sonora guidata da Simone Campa mi ha regalato, come sempre, unaesperienza profonda. Simone Campa, che ho conosciuto molti anni fa a TorinoSpiritualità e che ho intervistato per questo blog, è un musicista, suonoterapeuta e ti consiglio di leggere l’intervista.
Il giorno dopo sonoandata ad ascoltare Guidalberto Bormolini, noto tanatologo.
Il titolo “Hoancora tanti errori da commettere, ti prego lasciameli fare” eradecisamente accattivante. Sul palco il curatore di Torino Spiritualità, ArmandoBuonaiuto, riconoscibile dai suoi capelli a spazzola e dai suoi modi accoglienti.Accanto, alla sua destra un uomo con una lunghissima barba bianca e lunghicapelli grigi, con le maniche arrotolate e una penna per prendere appunti,Padre Bormolini. Alla sua sinistra un cantautore che pareva cercare i pensierinella tasca della sua giacca, Vasco Brondi, una scoperta per me. Insieme, tuttie tre hanno mostrato come la storia umana viaggia intorno all’errore (nondifficile da credere, a parte i miti e la storia biblica, è la storiacontemporanea che ci mostra con estrema chiarezza il ripetersi degli erroriumani), ma aprendo una finestra:l’intenzione è ciò che conta nel nostro fare,ognuno dà ciò che non è suo (questo pensiero è da incorniciare sopra illetto) e quindi se l’intenzione è sana (Budda) è buona (le religioni) non puoisbagliare. A noi resta il compito di dare una direzione alla forza che sentiamodentro di noi.
Ognuno da ciò chenon è suo: nasciamo nudi ma abbiamo tutto. Nasciamo senza nulla e moriremosenza nulla. Quello che diamo non è nostro.È semplicemente rivoluzionario. Giàascoltato da altri maestri, uno fra tanti, James Eruppakkattu, ma non bastamai, perché tendiamo purtroppo a pensare che ciò che diamo agli altri sianostro.
Termino questo brevepercorso, in cui ti ho voluto avvicinare a questo evento torinese che amo, perinvitarti a venire o a partecipare il prossimo anno, oppure ad ascoltare le registrazioniche trovi sul sito di Torino Spiritualità, con l’ultimo evento di domenica:Giovanni Allevi e Paolo Scquizzato al Teatro Colosseo: “Lo sguardo drittosui fiori mentre cammini nell’inferno”.
Un regalo, un donoil musicista e compositore Giovanni Allevi. Ha trasformato il dolore dellamalattia, la paura della morte in ricchezza per sé e per gli altri. Allevisoffre di un forte mal di schiena causato dal mieloma che lo ha colpito dueanni fa. Si alza, non riesce a stare fermo, si muove un po', ma sorride, avolte ride, gioisce nel raccontare la gioia nata dall’inferno della malattia,della sofferenza.È riconoscente. Qualcosa nuovamente di rivoluzionario, inusuale.
Il regalo piùimportante di questi incontri è avere incontrato anime luminose, persone che hannosaputo scegliere la direzione da dare alla loro vita, hanno scelto l’intenzione.Sbaglieranno ancora, sono esseri umani, ma sapranno riprendere il loro cammino.
Il regalo piùprezioso del festival è constatare che questi esseri umani esistono veramente.Ho potuto rincontrare Padre Andrea Schnoller, un Maestro di spiritualità, unessere luminoso, accanto al quale si sta meravigliosamente bene. Non loincontravo dall’inizio della pandemia di Covid: a causa della sua età,terminati i vincoli e l’epidemia, Padre Andrea non è tornato a visitare i suoigruppi di meditanti.
Bello vederlo,ascoltarlo, ha una voce profonda, baritonale: importante leggere la sua storiaraccontata da altri “Consapevolmente uomo” Gabrielli editore
Quella sfilata diassassini, ladri, impostori, violenti nella vita privata e in quella pubblicache tanto male recano agli altri, siano essi individui o tragicamente popoli,esistono ma non sono la totalità dell’umanità e noi che in loro non ciriconosciamo, che ci indigniamo, che nel nostro piccolo proviamo a dare unadirezione al nostro fare, non siamo soli.
Importantissimo nonsentirsi soli nel tentativo di vivere la nostra imperfezione nel migliore deimodi possibili.
Grazie ad ArmandoBuonaiuto e a tutti coloro che credono nell’importanza di queste giornate, chesi adoperano per realizzarle, per finanziarle.
Pubblicato daRoberta Isastiaalle17:01Nessun commento:
Etichette:EVENTI SPIRITUALITA'
mercoledì 7 agosto 2024
I GIORNI DI VETRO
Nicoletta Verna è stata unascoperta. Lette le positive recensioni al suo ultimo romanzo, ho deciso dileggerlo e di recensirlo.
Inizio dal titolo. I giornidi Vetro. Questo genitivo, questo complemento di specificazione indica che igiorni descritti nel libro sono di proprietà di un certo Vetro, un gerarcafascista, un sadico, un assassino. Vetro si chiama così per l’occhio di vetro,ricordo della campagna di Abissinia e delle nefandezze lì compiute daifascisti. Immagino però che ci sia di più: pungente e tagliente come il vetro, cheferisce e fa sanguinare la carne, è il gerarca fascista che si adopera atorturare due donne, unite inconsapevolmente dall’amore per un giovanepartigiano; l’una viene torturata per diletto, ed è la sua sposa, l’altra quandoVetro scopre che è una partigiana.
Questo romanzo storico è ambientatodal delitto Matteotti fino ai primi anni del Dopoguerra a Castrocaro e poi aForlì ed infine sugli Appennini; anni di povertà che diventa ben prestomiseria, di lutti, di ingiustizie contro le quali lotta Bruno, un bastardo chesi è fatto amare e che ben presto diventa Diaz, capo partigiano.
Le due donne, di cui èdifficile dimenticarsi, si chiamano Redenta e Iris.
La storia trasuda violenza:la scrittrice ha affermato di aver scelto di scrivere della violenza di ieriper parlare di quella di oggi. Forse potremmo dire della violenza di sempre.
Non ti racconto altro, carolettore e cara lettrice: se ti ho incuriosito, ti consiglio di leggerlo.
Pubblicato daRoberta Isastiaalle18:52Nessun commento:
Etichette:RECENSIONE-LIBRI
sabato 8 giugno 2024
COME SFASCIARE UN PAESE IN SETTE MOSSE
DAL POPULISMO ALLA DITTATURA
Come sfasciare un paese in 7 mosse. La via che porta dalpopulismo alla dittatura.
EceTemelkuran è una scrittrice, giornalista, commentatrice politica turca eautrice del libro in oggetto.
Vive inEuropa, come molti altri intellettuali turchi, per non essere perseguitata. Nel 2012 è stata licenziata dal quotidiano “Haberturk”per aver riportato il massacro di curdi al confine tra Turchia ed Iraq.
L’ascoltaial teatro Carignano di Torino durante l’ultima Biennale della Democrazia, indialogo con la giornalista Francesca Mannocchi.
Comprai illibro di cui scrivo e lo lessi con fatica, una fatica psicologica, quella dichi scorge nei fatti avvenuti in Turchia e negli Stati Uniti di Trump o nellaUngheria di Orban delle somiglianze con i fatti della politica italiana. Hointerrotto la lettura diverse volte, per concludere solo pochi giorni fa. Hoavuto bisogno di leggere molti romanzi tra un capitolo e un altro. Il libro erasempre sul mio comodino, un po' coperto da molti altri libri letti, in lettura,da leggere.
Molti di noisi lamentano in continuazione della nostra realtà. Eppure, reportage equotidiani ci riportano come si vive in altre zone del mondo, neanche troppolontane da noi. Sono convinta di essere fortunata a vivere in Europa, questaEuropa, dei diritti, della alleanza tra popoli, che furono nemici per centinaia di anni e oggi sono in pace. No, non siamo perfetti, come potremmo? Siamo esseriumani. Sicuramente gli estensori del Manifesto di Ventotene, base e fondamentodell’Unione Europea, ebbero una visione, capirono l’essenziale e il necessarioper stare al mondo nel migliore dei modi possibili. Ringrazio quindi AltieroSpinelli, Eugenio Colorni e Ernesto Rossi, che durante il confino nell’isola diVentotene seppero pensare al futuro, al nostro e a quello dei nostri figli enipoti.
Perché perme la pace sta alla comunità di popoli come la salute sta all’individuo. Senzala pace la vita è un inferno e senza la salute la nostra vita diventa moltodifficile.
I nostripolitici sono chiamati ad affrontare sfide epocali, cambiamenti rivoluzionaridovuti all’ A.I., cambiamenti climatici, guerre distribuite in tutti icontinenti, immigrazione in ogni dove, diritti che dopo una fase diaffermazione ed espansione vivono una pericolosa fase di contrazione in alcuniPaesi e di negazione in altri. Queste sono solo alcune delle sfide da affrontare nel mondo contemporaneo.
Nella quartadi copertina del libro in oggetto l’editore scrive:” per tutti i democratici del mondo, perdimostrare che il passaggio dal populismo alla dittatura è breve e che puòaccadere ovunque.”
Quindi ilsaggio in questione è prezioso per tutti noi italiani ed europei.
Lo ripetonotutti coloro che vissero i terribili anni dei totalitarismi europei che lalibertà è una conquista preziosa e che è necessario vigilare perché nulla è persempre.
Ovvio chenulla si ripete nello stesso modo. Cambiano i mezzi e i modi, ma la sostanzanon cambia.
Il saggio sidivide in 7 capitoli perché sono appunto 7 i passaggi identificati dallagiornalista attraverso i quali un regime populistico diventa dittatura.
Primo creaun movimento, secondo disgrega la logica, spargi il terrore nella comunicazione,terzo abolisci la vergogna.
Quattrosmantella i meccanismi giudiziari e politici, cinque progetta i tuoi cittadinie le tue cittadine ideali, sei lascia che ridano dell'orrore, sette costruisciil tuo paese.
La mia vuole essere una presentazione più che unarecensione. A tal fine riporto qui alcuni brani del libro.
Prima diogni cosa devi creare un movimento. I movimenti politici populisti si formanointorno alla dialettica del vittimismo: la gente si accoda dietro al leaderpopulista allo scopo di attaccare lo stato attuale delle cose, che lorochiamano il sistema, definendolo disfunzionale e corrotto. Un movimento digente reale rappresenta il nuovo spirito del tempo, la promessa di ripristinarela dignità umana prosciugando la palude che la politica è diventata. Ma chi èla gente reale?
InTurchia, il vittimismo è stato costruito sull’idea che le persone religiose fosserooppresse e umiliate dall’élite laica a capo del sistema. Per gli elettori di Trump(l’autrice scrivenel 2019, quindi si riferisce alle precedenti elezioni politiche degli USA) fuperché i messicani rubavano il lavoro agli americani. [1]
Tra lecaratteristiche comuni dei movimenti populisti ci sono: l’infantilizzazionedelle masse attraverso l’infantilizzazione del linguaggio politico, l’identificaredei nemici del popolo tra accademici, giornalisti, persone con alto livello diistruzione in quanto facenti pate delsistema corrotto.
Il passosuccessivo del movimento è quello di disgregare la logica, spargere il terrore
Esempio didisgregazione della logica.
-Aristotele: tutti gli esseri umani sonomortali
-Il populista: questa è un'affermazione totalitaria
-Aristotele: non pensi che tutti gli esseri umani siano mortali?
-Il populista: mi stai interrogando?
-Aristotele: solo perché noi siamocittadini come te, ma non siamo il popolo, siamo ignoranti, non è così? Forselo siamo ma conosciamo la vita reale.
-Aristotele: questo è irrilevante
-Il populista: certo è irrilevante per te. Per anni tu e tutti quelli comete hanno governato questo posto, dicendo che la gente è irrilevante.
AAristotele: per favore rispondi alla miadomanda.
-Il populista: il popolo reale diquesto paese la pensa diversamente la nostra risposta è qualcosa che non sitrova nei papiri di nessuna élite
-Aristotele: silenzio
-Il populista: dimostralo. Dimostrami che tutti gli esseri umani sonomortali
-Aristotele sorriso nervoso
- Ilpopulista: vedi? Non lo puoi dimostrare (sogghigno arrogante ) eccoquello che noi sappiamo della democrazia è che nello spazio pubblico tutte leidee possono essere rappresentate e sono tutte equamente rispettate.
-Aristotele: questa non è un'idea, è un fatto. E ciò di cui stiamoparlando è la mortalità umana
-Il populista: se dipendesse da te, uccideresti chiunque pur di dimostrareche tutti gli esseri umani sono mortali, proprio come hanno fatto i tuoipredecessori.
-Aristotele: così non si va da nessuna parte.
-Il populista: per favore, finisci di spiegare il tuo pensiero perché hodelle cose importanti da dire
-Aristotele tutti gli esseri umani sono mortali Socrate è un essere umano ….
-Il populista: qui ti devo interrompere
-Aristotele: scusa?
-Il populista: beh sono costretto. Oggi,grazie al nostro leader, è perfettamente chiaro chi è Socrate. E’ un fascistail mio popolo ha finalmente capito la verità appunto il vento è girato nonpotete più ingannare la gente stavi per dire dunque Socrate è mortale non èvero siamo stufi delle tue bugie.
-Aristotele: stai rifiutando le basi della logica.
-Il populista: io rispetto le tue credenze.
-Aristotele: questa non è unacredenza., questa è logica
-Il populista: io rispetto la tua logica, non rispetti la mia e questo èil problema più grave della Grecia del giorno oggi
È un semplice esempio nella logica populista elementare chein tutte le sue varianti, viene attualmente impiegata in molti paesi.[2]
Ho riportato integralmente questo dialogo perché mi pare che accada ancheda noi che ciò che è logico diventi illogico nei dialoghi di alcuni politici.
Il quartopassaggio che mi interessa è quello in cui vengono smantellati i meccanismigiudiziari e politici, quelli che hanno permesso la nascita e l’affermazione diuna democrazia rappresentativa (imperfetta certo, ma non dittatura, che èsempre il secondo termine di paragone, senza il quale non si capisce bene laposta in gioco).
Il puntodi svolta critico nel lungo processo di smantellamento degli apparati statali edei meccanismi giudiziari non sta nella costituzione di organici formati da obbedientie leali esponenti di partito o membri di famiglia, come molte persone tendono apensare.
Sterzatache permette ai leader di giocare a loro piacimento con questo apparato,comincia con il loro tentativo di indebolirlo allo scopo di creare lasensazione che sia superfluo. In un attimo si insinuano le domande che cambianole carte in tavola: “abbiamo davvero bisogno di queste istituzioni?[3]
L’autricecontinua la sua analisi:
La costante atmosfera elettorale permette ai leaderdi interpretare due ruoli allo stesso tempo punto non solo diventa lo stato inpersona, ma si comporta anche come se un leader dell'opposizione stessecercando di strappare i poteri dello Stato. ….Quando si critica il leaderpopulista perché ha il controllo esclusivo dell'apparato statale, lui assumeil ruolo di leader dell'opposizione e quando si cerca di coglierlo in questaposizione lui torna a ricoprire il ruolo dello Stato stesso….. Il leaderpopulista paralizza i meccanismi della politica invadendo gradualmentel'apparato statale partito che diventano una cosa sola. Il leader ha bisogno dipoteri statali, ma questi si disintegrano per magia ogni volta che ha bisognodi sottrarsi alle critiche nel frattempo l'apparato statale rimpiccioliscesempre di più fino a diventare una palla di carta.[4]
In Italia cifu un periodo in cui il partito e lo Stato coincisero.
Lo scopo delsaggio, di cui ho riportato pochi brani, è quello di dimostrare che ilpopulismo di destra è un movimento in crescita a libello globale che operaseguendo gli stessi schemi in tutte le nazioni, indipendentemente da quantosiano solidi i loro sistemi o mature le loro democrazie.[5]
[1] EceTemelkuran, Come sfasciare il paese in sette mosse, Bollati Boringhieri 2019,pag.39
[2] Idem, pag. 45,46
[3] Idem, pag. 117,118
[4] Idem, pag. 119
[5] Idem,pag. 124
Pubblicato daRoberta Isastiaalle18:47Nessun commento:
Etichette:RECENSIONE-LIBRI